Le vibrazioni trasmesse al corpo umano durante le attività lavorative vengono suddivise in due tipologie:
-Vibrazioni trasmesse al Corpo Intero (WBV)
-Vibrazioni trasmesse al sistema Mano-Braccio (HAV)
Le vibrazioni che interessano il CORPO INTERO vengono trasmesse al corpo nel suo insieme, attraverso le superfici che lo sorreggono: le situazioni più comuni riguardano la guida di automezzi, con trasmissione dal sedile e/o dallo schienale, anche in funzione dello stato della pavimentazione stradale; ma possono essere dovute anche al funzionamento di corpi vibranti da attrezzature di lavoro, quando i lavoratori operino in loro prossimità (es. magli o presse).
Nella misurazione delle vibrazioni dirette al Corpo intero si deve tener conto della diversa sensibilità del corpo umano alle vibrazioni di frequenza diversa, (analogamente a quanto viene fatto con la curva di ponderazione A in acustica per tener conto della sensibilità uditiva). La norma UNI ISO 2631-1 definisce diverse curve di ponderazione per i diversi assi di misura x, y, z, e per le differenti posture del corpo esposto a vibrazioni: eretta, seduta, supina. La curva di ponderazione relativa a sollecitazioni verticali (Wk) possiede un massimo nell’intervallo 4 – 8 Hz, mentre la curva di ponderazione relativa a sollecitazioni nel piano orizzontale (Wd) possiede un massimo nell’intervallo 1 – 2 Hz. Il rischio da esposizione interessa soprattutto la schiena (lombalgie e traumi del rachide, considerate dalla norma legislativa D.lgs. 81/08), ma anche il collo e la spalla. Inoltre si possono riscontrare effetti sul sistema digestivo, sull’apparato riproduttivo femminile e sul sistema venoso.
Elementi di possibile aumento delle condizioni di rischio sono l’assunzione di scorrette posture durante il lavoro, la presenza di vibrazioni impulsive o urti ripetuti, ambienti di lavoro freddi e/o umidi, oltre a caratteristiche personali (età, tono muscolare, disturbi preesistenti).
Le vibrazioni hanno effetto in tutte le tre possibili direzioni (assi ortogonali X, Y, Z): il livello espositivo tuttavia viene calcolato sulla base del maggiore dei valori misurati sui tre assi di riferimento.
Le vibrazioni trasmesse al SISTEMA MANO-BRACCIO durante il lavoro, come si evince dal termine, interessano gli arti superiori del corpo umano: possono avere luogo durante l’utilizzo di utensili portatili o comunque nelle occasioni in cui vengono azionate con gli arti superiori attrezzature che possono trasmettere vibrazioni durante il loro funzionamento (es: trapani, avvitatori, troncatrici a nastro manovrate dall’operatore, ecc). Durante l’utilizzo delle attrezzature possibili fattori di aumento delle condizioni di rischio sono costituiti da eccessive forze di prensione o di spinta, sforzo muscolare, basse temperature, o particolari condizioni di suscettibilità individuale al rischio.
Anche nella misurazione delle vibrazioni dirette al sistema mano-braccio si deve tener conto della diversa sensibilità del corpo umano alle vibrazioni di frequenza diversa, (analogamente a quanto viene fatto con la curva di ponderazione A in acustica per tener conto della sensibilità uditiva). La curva di ponderazione in frequenza adottata nella strumentazione utilizzata per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio è la curva Wh, definita dalla norma UNI EN ISO 5349-1, nella quale la sensibilità massima si ha nell’intervallo di frequenza 8 ÷16 Hz.
Le vibrazioni hanno effetto in tutte le tre possibili direzioni (assi ortogonali X, Y, Z): il livello espositivo viene calcolato tenendo conto dei valori misurati sui tre assi di riferimento.
Per la valutazione delle vibrazioni si eseguono misure di accelerazione e si esprimono in m/sec2.
La normativa di riferimento per la determinazione dell’esposizione dei lavoratori a vibrazioni è il D.Lgs 81/2008.
Secondo la norma, per entrambe le esposizioni sia del sistema mano-braccio che del corpo intero, non esistono DPI anti-vibrazioni in grado di proteggere i lavoratori adeguatamente e riportare i livelli di esposizione al di sotto dei valori limite, come ad esempio, nel caso dei protettori auricolari in relazione al rischio rumore.
La norma prevede valori limite (da non superare mai) e valori di azione raggiunti quali diventa obbligatoria la sorveglianza sanitaria. A differenza di quanto previsto per il rumore, il rispetto dei valori di azione non esime dalla necessità di adottare misure di prevenzione e protezione; infatti il solo fatto che esista una condizione di esposizione, seppur limitata, comporta per il Datore di lavoro la necessità di adottare gli adeguati provvedimenti di prevenzione, protezione e formazione, al fine di eliminare o ridurre i rischi e cautelare i lavoratori.